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Riviera del Brenta

La Seriola
l’acquedotto di Venezia e le ville del Brenta

Presentazione
Gli aspetti storico culturali:
Le Ville Venente della Riviera
Il percorso
Mappa e descrizione

PRESENTAZIONE:
Il percorso ci porta alla scoperta del corso d'acqua che per alcuni secoli ha rappresentato la principale fonte di approvvigionamento d’acqua potabile per la Serenissima. Il corso d'acqua, chiamato Seriola Veneta, è oggi ridotto ad un canale di scolo e nulla farebbe pensare l’importanza che ebbe nei secoli addietro.
Lungo il tragitto molte sono le ville venete, testimoni della potenza e dello sfarzo che le famiglie patrizie veneziane erano in grado di esprimere.
Il percorso può essere diviso in due parti, ognuna delle quali presenta caratteristiche peculiari:
- Il tratto Dolo-Mira che si snoda prevalentemente in un paesaggio agricolo.
- Il tratto Mira-Malcontenta caratterizzato da un ambiente urbano, nel quale spiccano le ville venete.

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GLI ASPETTI STORICO CULTURALI
La Seriola e l’approvvigionamento idrico della città di Venezia:
Oggi, il canale “Seriola” è poco più che uno scolo e nessuno, percorrendo le sue rive, potrebbe immaginare l’importanza che esso ha avuto per la sopravvivenza della città di Venezia.
Il “Seriola” o “Ceriola” ( nell'antico dialetto veneziano, significa piccolo o stretto corso d'acqua), fu costruito tra il 1609 e il 1611 per approvvigionare d’acqua potabile Venezia: era lungo 13,5 chilometri e largo quasi un metro.
Per la città lagunare l’approvvigionamento dell’acqua potabile ha sempre rappresentato uno dei problemi più grandi, come affermava lo storico e politico Marin Sanudo (1466-1536): "Veniexia è in aqua et non ha aqua".
Le uniche zone dove si trovavano vene d’acqua dolce erano i lidi ed è proprio grazie alla scoperta di questi pozzi naturali che si sviluppa l’ingegneria costruttiva delle cisterne cittadine più note come i “pozzi alla veneziana”. I pozzi non più profondi di 5 metri scavati nei campi della città che raccoglievano l’acqua piovana dell’intera piazza e dai tetti e prima di essere stoccata veniva filtrata da strati di sabbia che la mantenevano pura e fresca. La parte esterna del pozzo era rivestita da un manto d'argilla che lo rendeva impermeabile alle infiltrazioni d'acqua salmastra.
La peculiarità dei pozzi veneziani consiste nella parte sovrastante la struttura, chiamata “Vera da Pozzo” (in architettura: puteale), termine tipicamente veneziano, e se all’inizio rivestiva funzioni di sicurezza a protezione dell’apertura, con il tempo divenne motivo di ornamento dei campielli e cortili.
All’inizio, i veneziani, utilizzarono quasi esclusivamente materiale proveniente dalle rovine di Altino e Concordia per la costruzione delle “vere”, successivamente si utilizzò la pietra d’Istria. Attualmente, e non più in uso, sono circa 600 i pozzi esistenti in Venezia e su alcune vere di questi si può ancora leggere: "Commodiati Publicae Nec Non Urbis Ornamento": A servizio del popolo e nel tempo stesso ornamento della città.
I pozzi rivestivano una grande importanza per la sopravvivenza della città e la loro costruzione era affidata alla confraternita dei “Pozzeri”, affiliata alla Corporazione dei Muratori che si tramandavano di padre in figlio i segreti e avevano l’obbligo di lavorare esclusivamente per i pozzi “all’uso di Venezia”.
Data la necessità che l’acqua dei pozzi fosse sempre in ordine, soprattutto dal punto di vista sanitario, la Repubblica aveva istituito un a rigida sorveglianza dei pozzi affidata ai fanti dei Provveditori alle Acque, Sanità e Comun, che si avvalevano dell’aiuto dei parroci e i capicontrada, ai quali era affidata la custodia delle chiavi delle cisterne, che venivano aperte due volte il giorno: mattino e sera, al suono della «campana dei pozzi».
La Serenissima impose alle comunità religiose di mettere a disposizione i loro pozzi, in determinate ore del giorno, anche alla popolazione.
All’inizio del 1400 Venezia iniziò a cercare acqua potabile in terraferma individuando nel fiume Brenta il luogo di attingi mento, sancito da decreto del Senato del 1425. La diretta conseguenza del decreto fu la nascita di una nuova professione: quella degli acquaroli o burchieri, che tramite particolari imbarcazioni (Burci) trasportavano l’acqua dalla località Moranzani sino a Venezia.
Gli acquaioli, nel 1471, si unirono in corporazione e furono incaricati anche loro di sorvegliare i pozzi pubblici per impedire possibili furti o manomissioni. Oltre agli acquaioli, in città erano presenti anche degli abusivi che conducevano le barche chiamate “forastiere” e Potevano vendere l’acqua soltanto al minuto. Le loro imbarcazioni erano chiamate anche “scoazzere” perché adibite al trasporto dei rifiuti urbani e per il trasporto dell’acqua avevano l’obbligo di caricare l’acqua in apposite botti. Pur essendo un lavoro illegale, la serenissima lo tollerò a lungo in cambio di un contributo annuo alla corporazione degli acquaioli.
L’acqua potabile stava divenendo un bene economico molto prezioso di conseguenza fecero la loro comparsa una serie di dazi e tariffe, che i burchieri dovevano pagare ai privati ai quali il governo veneziano affidava le gestione degli impianti di sollevamento. La qualità dell’acqua del Brenta non era comunque altissima e per ovviare a questo problema la Serenissima decise, nel 1609, di scavare il Canale Seriola che prelevava l’acqua del Brenta all’altezza di Dolo e la portava alla località dei Moranzani, dove erano sempre pronti i burci per il trasporto dell'acqua potabile a Venezia dove, secondo gli ordini del Senato, veniva venduta nei vari quartieri.
Nel punto in cui la Seriola deviava dal Brenta, c'era un'iscrizione marmorea: HINC POTUS URBIS (di qui l'acqua potabile per la città), ora custodita al piano terra del Municipio di Dolo.
Prima del trasferimento delle acque dal canale ai burchi, queste venivano fatte passare attraverso una serie di vasche con l’intento di filtrarle e separarle dalle impurità (prima forma di depurazione delle acque ad uso umano). La Seriola era controllata da due Soprastanti, nominati dai Savi Esecutori alle Acque, che avevano il compito di controllare gli argini e che nessuno lavasse i panni o scaricasse immondizie nelle sue acque perché essa doveva essere potabile: chiunque la inquinava doveva pagare pesanti multe.
Il mantenimento dei “pozzi alla veneziana” e la gestione della Seriola, come uniche fonti di approvvigionamento idrico della città di Venezia, continuarono anche dopo la caduta della Repubblica della Serenissima fino al 1884 quando entrò in funzione l’acquedotto che univa la terraferma a Venezia e che per la sua inaugurazione fu eretta al centro di Piazza San Marco una fontana. Un ramo, che si staccava dalla Seriola, andava alla Bucca, dove d'inverno si produceva il ghiaccio da conservare nella vicina “giazzara” da portare a Venezia durante l'estate.

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LE VILLE VENETE DELLA RIVIERA:
La villa veneta è una tipologia di residenza fondata dal patriziato della Repubblica di Venezia e sviluppatasi nelle aree agricole tra la fine del XV secolo e il XIX secolo.
La villa veneziana aveva, a differenza di altri sistemi abitativi di campagna, funzione di rappresentanza e di svago, e di centro produttivo.
-VeneziaBike: Mappatura delle Ville Venete della Riviera del Brenta

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IL PERCORSO:
Il percorso prende l´avvio dal parcheggio in via Belvedere a Mirano, dove potete parcheggiare l´auto liberamente senza restrizioni.
Il percorso è del tipo “circolare”, con partenza e arrivo a Dolo (parcheggio fronte sede USLL13 - Sede Centrale) ed è adatto a tutti perché sia perché è tutto pianeggiante sia per la modesta lunghezza e può essere fatto con qualunque tipo di bicicletta.
Il tragitto è tutto su asfalto, con tratti ad elevata densità di traffico, e piste ciclabili mal segnalate o assenti, ragion per cui indossare il casco diviene un obbligo.
I periodi migliori per effettuare il percorso sono la primavera e l’autunno, evitando l’estate in quanto scarsi sono i punti dove potersi riparare dalla calura, portando con se una buona scorta d’acqua.
Per coloro che ritengono il percorso troppo lungo c’è la possibilità di suddividerlo in due parti:
- la prima parte da Dolo e arriva a Mira, dove, percorrendo la strada che costeggia il Naviglio brenta torneremo al punto di partenza.
- la seconda, parte da Mira e arriva a Malcontenta e da qui ancora a Mira seguendo sempre le rive del Naviglio Brenta.


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DATI DEL PERCORSO

Data Marzo 2014
Partenza Dolo - Park Fronte USLL13 (VE)
Arrivo Dolo - Park Fronte USLL13 (VE)
Lunghezza 26.8 Km.
Tempo percorrenza 1 ore e 47'
Difficoltà Facile
Velocità media 15.0 Km/h
Dislivello 0
Bicicletta consigliata City Bike
% strada asfalta 97.5%
% pista ciclabile 1.0%
% sterrato 0.5%
% sentieri - tratturi 1.0%






DESCRIZIONE PERCORSO
punto uno START: Dolo – Parcheggio di Riviera 25 Aprile
La partenza è fissata al parcheggio di fronte alla sede USLL 13 - Sede Centrale, in strada Statale Padana Superiore.
Fronte a noi si nota il ponte di ferro e legno che ci porta all'isola del Maltempo.
Proseguiamo lungo l'argine fino a giungere ad incrociare Via Fondamenta, teniamo sempre la destra e alla nostra destra, sulla riva opposta notiamo Villa Dona Priuli (sec. XVII) detta "San Giacomo", molto particolare ma priva d’interesse in quanto composta da più nuclei edilizi realizzati in momenti successivi. La strada piega a sx e subito dopo incrociamo via Garibaldi, dove svoltiamo a destra. Arrivati sulla strada Provinciale 19 e attraversiamo il ponte sul Brenta.

punto tre Via Seriola: 0.7 Km
Dopo aver passato il ponte giriamo a sinistra e proseguiamo dritti (la strada principale piega a destra: indicazioni per via Annia).
Percorse poche centinaia di metri, giriamo a destra imboccando Via Seriola.
Inizia un tratto di strada che segue il corso del canale immerso per lunghi tratti nella campagna.

punto tre Via Brentella: 3.9 Km.
Arrivati all'incrocio con via Brentella, giriamo a sinistra e subito dopo a destra (a sinistra capitello dedicato a Gesù) lungo via C.Savoldelli, al termine della quale ci troviamo ad incrociare Via Argine Destro Nuovissimo. (Mira).
La Seriola, originariamente proseguiva diritta (il canale Nuovissimo alla fine del '400 non era ancora scavato) e quindi dobbiamo portarci sull'altra riva del Nuovissimo per proseguire lungo via G.F. D'Acquapendente.
Una volta arrivati in Via Argine Destro Nuovissimo giriamo a sinistra e subito dopo a destra, attraversiamo il ponte, e imbocchiamo a destra Via Argine Sinistro Nuovissimo.
Percorsi poche decine di metri svoltiamo a sinistra lungo via G.F. D'Acquapendente. (punto quattro 4.8 Km.).

punto cinque Via della Fornace: 5.2 Km.
Percorsa via G.F. D'Acquapendente incrociamo via della Fornace, dove la Seriola viene "inghiottita" dallo stabilimento della ex Mira Lanza, e siamo costretti a girare a sinistra. Una volta giunti all'incrocio svoltiamo a destra lungo Riviera G.Matteotti, dove troviamo un accenno di pista ciclabile.
Dopo un centinaio di metri, alla nostra sinistra e sulla riva opposta, notiamo la semplice ma affascinante sagoma di Villa Contarini-Pisani (5.5 Km.), meglio nota come Villa dei Leoni ( a causa delle due statue di leoni che si trovano sulla scalinata d'ingresso), di proprietà del Comune di Mira e sede di un teatro.

punto sei Via Marinai d'Italia: 6.0 Km.
Proseguendo lungo Riviera G.Matteotti, subito dopo il ponte troviamo a dx Palazzo Zollio (XVII secolo, sede di una Banca).
Dopo circa 150 metri, alla nostra destra c’è Palazzo Tamagno (XVII secolo) passato il quale giriamo a dx e imbocchiamo Via Marinai d’Italia che percorriamo sino ad incrociare via Mediterraneo, dove quasi per incanto “ricompare” la Seriola.
Giriamo a sinistra (ora corriamo “sopra” la Seriola) e proseguiamo dritti, oltrepassiamo l’incrocio con Via Chiesa da Gambarare e ci immettiamo in via G. da Maiano al termine della quale in concomitanza di una rotonda il canale riappare ( punto sette 7.2 Km.).
Percorsi pochi metri siamo costretti a lasciare ancora una volta la Seriola ( la ferrovia ci impedisce di proseguire), arrivando quindi ad una rotonda dove seguiremo le indicazioni per Oriago percorrendo un tratto di ciclabile.
Al Km. 8, sulla sinistra si nota la sagoma del Forte Poerio (Fortificazione che assieme ad altre tuttora esistenti, avevano il compito di difendere Venezia).
La ciclabile termina ad una rotonda dove imbocchiamo Via Risorgimento.

punto otto Via Seriola Sinistra: 8.2 Km
Percorsa Via Risorgimento, al primo incrocio giriamo a dx in Via Seriola Veneta Sinistra.
Da questo punto l’ambiente ritorna ad essere agricolo e la strada, così come la Seriola è ora dritta come lo erano le strade romane.
Dopo circa 1,5 Km attraversiamo un ponte e ci troviamo in Via Seriola Veneta Destra (obbligati), che si presenta incredibilmente alberata regalandoci uno scorcio particolarmente caratteristico.
Al Km. 10.3 troviamo una rotonda, dove imbocchiamo la seconda uscita e ci dirigiamo a Malcontenta.

punto nove Malcontenta attraversamento Statale Romea: 11.1 Km.
Una volta giunti nella località di Malcontenta, attraversiamo la famigerata S.S. Romea e abbandoniamo ancora una volta la Seriola.
Al momento di scrivere il percorso, seguire la Seriola lungo le rive era impossibile: il lato sx, impercorribile causa le alte erbe presenti (percorrendo questa riva si arriva al giardino di Villa Foscari detta la Malcontenta dove probabilmente si dovrà tornare indietro) il lato destro è chiuso da rete e la riva non è particolarmente ben tenuta.
Proseguiamo quindi per Via Malcontenta sino a raggiungere il sifone del canale Bondante ( punto dieci 12.0 Km.), dove la Seriola “attuale” ha termine.
Qui, a dx. (Via Foscara) si arriva a Dogaletto località dove anticamente sorgeva l’importante Abazzia di Sant’Ilario (dove furono sepolti alcuni dei primi Dogi di Venezia) di cui oggi non rimane più nulla. Una volta arrivati al ponte sul Bondante, girando a sx. raggiunge l’ingresso di Villa Foscari.
Proseguendo dritti per Via Pallada (probabile vecchi percorso della Seriola si arriva alla chiusa Moranzani, dove la Seriola aveva effettivamente fine.
Ritorniamo sui nostri passi e ci riportiamo sulla S.S. Romea (punto nove12.8 Km), la attraversiamo e giriamo a dx per Via A.Fusinato che dove incontra il Naviglio Brenta prende il nome di Riviera Boscolo Piccolo.
Ora la strada è particolarmente suggestiva e percorreremo le rive del Brenta sino alla Piazza Mercato di Oriago (punto undici17.2 Km.) non prima di aver incrociato numerose ville venete come:
Il casone Querini (primi anni del XVIII secolo),
Villa Priuli (XVI sec.) con la sua inconfondibile sagoma che si scorge al di la del Brenta,
Villa Allegri (XVI sec. dove tradizione vuole che abbia soggiornato per un breve periodo il maresciallo Radetszky durante l’assedio di Venezia del 1848 a opera degli austriaci), che notiamo sull’altra sponda dopo una grande ansa che segna l’ingresso nella cittadina di Oriago,
Villa Ca’ Moro ( già Querini del XV sec.), subito dopo il ponte sulla riva opposta.
Palazzo Foscarini (XVIII sec.) alla nostra sx.
Villa Mocenigo ( XVIII sec.) e subito dopo sempre a sx.
Villa Gradenigo (Inizio XVI sec.).

punto dodici Via Valmarana: 17.9 Km.
Arrivati alla Piazza Mercato di Oriago, tenendo la Sx, proseguiamo per Via Risorgimento dove possiamo percorrere un breve tratto, non sicuro, di ciclabile, che porta ad incrociare Via Valmarana.
Imbocchiamo Via Valmarana e arrivati nuovamente al Naviglio Brenta teniamo la sinistra fino ad incrociare un capitello, dedicato alla Madonna, (punto tredici 18.6 Km ) dove seguiamo, a dx, la strada di ghiaino che costeggia il Naviglio.
Percorsi pochi metri alla nostra sx notiamo l’inconfondibile fisionomia delle Barchesse Valmarana (XVII secolo), mentre di fronte notiamo Villa Moscheni-Volpi.
Oltrepassata la seconda barchessa Valmarana , inizia un breve tratto di sterrato che costeggia il Naviglio Brenta, meglio scendere e proseguire a piedi anche per ammirare la splendida Villa Widmann-Foscari-Rezzonico; secolo XVIII) che si staglia al di la del canale. Lo sterrato attraversa poi uno spazio verde a boschetto, che ci porta al ponte su un ramo del Naviglio.( 19.2 Km.).
Attraversiamo il ponte e giriamo a sinistra e subito di fronte notiamo la sagoma di Villa Querini (oltre il canale) che anticipa, dopo la curva l’ingresso a Mira Porte con la presenza di alcune ville di prestigio:
Palazzo Squadron – XVII secolo, ( sx. oltre il canale)
Villa Contarini – Secolo XVII ( a dx)
Villa Franceschi - Secolo XVIII (a dx)
Villa Tito – Secolo XVIII
Passata Villa Tito oltre il canale notiamo Villa Bonfaldini (Secolo XVIII) e Villa Toffano (Secolo XVII) .

punto quindici Ponte sul Naviglio Brenta: 21.0 Km.
Arrivati al ponte attraversiamo il “Brenta” e ripercorriamo Riviera Giacomo Matteotti fino al ponte sul Naviglio Nuovissimo, ( punto quattro Km.: 21.6), prima di raggiungere il quale troviamo alla nostra sx prima Villa Corner (Secolo XIX) e poi una delle ville più conosciute:Villa Bon (Secolo XVIII) e subito dopo a destra, oltre il Naviglio Villa Levi-Morales.
Arrivati al ponte Naviglio Nuovissimo proseguiamo lungo la strada che costeggia il Brenta.
Percorse poche centinaia di metri a destra, sulla riva opposta, c’è Villa Alessandrini (XVI secolo), Palazzo Morolin (XVII secolo), Palazzo Bonlini (XVI secolo).
Al Km. 22.5, prima di lasciare le rive del Brenta, a destra c’è Villa Selvatico Giustinian (XVIII secolo)e subito dopo, a sx, Villa Alberti (Secolo XVIII, ora albergo)., passata la quale siamo nel territorio del comune di Dolo. Subito dopo aver ritrovato il Brenta, a sinistra ci sono Villa Velluti (XVII secolo), Villa Tito (Fine XVIII secolo).
Arrivati all’incrocio con Via Badoera, conviene fermarci per ammirare (a sx) Villa Badoer-Fattoretto (Secolo XVIII) sede del Museo dell’arte Contadina, mentre entrando in piccolo spazio verde di fronte è possibile ammirare, sull’altra parte del Naviglio Brenta, la magnifica Villa Grimani del XVII secolo.
Giunti in Via Badoera, giriamo a sx e subito dopo a dx imboccando Via Brenta Bassa.

punto sedici Via Brenta Bassa: 24.0 Km.
Percorse poche centinaia di metri, a dx , dietro una siepe che la rende appena visibile c’è Villa Velluti detta delle Perle, mentre poco più avanti sempre sulla destra notiamo Villa Ferretti Angeli (Secolo XVII) sede di un istituto scolastico.
Al termine di Via Brenta Bassa ritroviamo il Naviglio Nuovissimo, giriamo a sinistra, proseguiamo dritti oltre Via Seriola ( punto due Via Seriola) fino al ponte, lo attraversiamo , al termine del quale, attraversiamo la strada e imbocchiamo Via G. Garibaldi e subito dopo, a sx, Via Cantire.
Ora ci troviamo sull’Isola del Maltempo.
Giunti in Piazza Cantiere, entriamo nella parte vecchia di Dolo (punto diciasette zona pedonale dell’Isola del Maltempo ) per giungere sino allo “Squero”, uno dei gioielli della cittadina.
Torniamo sui nostri passi, oltrepassiamo quel che resta dei mulini immortalati dal Canaletto, rientriamo sulla statale, giriamo a sx per ritornare al punto di partenza.

punto uno Fine: Dolo – Parcheggio Riviera 25 Aprile: 26.8 Km

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